RIASSUNTO – In Italia l’80% della popolazione è carente di vitamina D e ciò determina importanti ricadute sulla diffusione delle malattie dell’osso e sulla omeostasi (equilibrio) tessutale del paziente. Il livello di vitamina D nel sangue è la conseguenza del suo apporto dietetico e dell’esposizione al sole. In Italia il contributo della dieta è  inferiore rispetto ad altri Paesi e l’apporto da esposizione ai raggi solari non è sufficiente a mantenere adeguati i livelli di vitamina D nella popolazione soprattutto anziana.  La carenza di vitamina D compromette l’efficacia del trattamento per l’osteoporosi sia in termini di effetti densitometrici, sia di prevenzione delle fratture. Pertanto va sempre assicurata una sua supplementazione qualora si intraprenda un trattamento specifico per l’osteoporosi. La prevenzione della carenza di vitamina D deve essere effettuata in tutte le condizioni caratterizzate da maggior rischio di carenza o aumentato fabbisogno (scarsa esposizione solare, iper-pigmentazione cutanea, uso di medicinali, obesità, gravidanza ecc.).  L’obiettivo del trattamento nella carenza di vitamina D è quello di riportare la concentrazione ematica di vitamina D a livelli adeguati e ripristinarne i depositi in tempi brevi attraverso una dose di carico a cui farà seguito una terapia di mantenimento se persiste il rischio di carenza,  per evitare di ritornare nella condizioni di insufficienza/carenza.  La vitamina D in realtà è un ormone e non è solo  un coadiuvante per la cura dell’osteoporosi e del rachitismo, ma si comporta esattamente come tutti gli altri ormoni. La sua azione è rivolta ad ogni cellula-tessuto del nostro corpo, inducendo all’interno della cellula migliaia di azioni differenti. Ad oggi non conosciamo tutte le attività  che questo ormone  svolge all’interno del nostro corpo.                                                                                                                                                                                              Da dove proviene la Vit.D ?  Dalla dieta  possiamo assumere circa il 10% del fabbisogno (vit.D2 di origine vegetale e Vit.D3 di origine animale) , mentre il 90% è prodotto dalla nostra pelle con l’esposizione ai raggi solari (la Vit.D stimolata dal sole è del tipo D3 e la produciamo grazie alle cellule della pelle che utilizzano i raggi UVB.  La principale funzione fisiologica della Vit.D è quella di facilitare l’assorbimento intestinale del calcio. Una grave carenza di Vit.D  determina il rachitismo nel bambino e l’osteomalacia nell’adulto (tessuto osseo non ben calcificato). La vit.D esercita anche un’azione diretta sugli osteoblasti (cellula del tessuto osseo). Gli anziani sono a maggior rischio di ipovitaminosi D sia per  l’invecchiamento della pelle (a parità di esposizione solare l’anziano ne produce il 30% in meno), sia per minore esposizione alla luce solare e sia per in insufficiente apporto dietetico.                                                                                                                                                                                                                            Funzioni della Vit. D La vit.D esercita la sua attività endocrina per mantenere l’omeostasi del calcio su 3 organi: il rene, l’intestino tenue e l’osso attraverso l’azione della sua forma attiva plasmatica il calcitriolo. Per mezzo dei recettori della vit.D è in grado di facilitare l’assorbimento intestinale del calcio, di controllare l’assorbimento di calcio a livello renale ed avere un’azione diretta sull’osteoblasto .                                          Altre funzioni della vit.D – L’interazione della vit.D con il nostro corpo è globale, ciò avviene in quanto esistono dei recettori detti DVR all’interno di quasi tutti i tessuti del nostro corpo : t.adiposo, surrene, cuore,  cellule endoteliali aortiche, cellule insule pancreatiche, ghiandole mammarie, paratiroide, ipofisi, colon, ovaio, prostata, placenta, rene, intestino, rene, fegato, timo, polmone , tiroide, tessuto muscolare.  Grazie a questi recettori la vitD interagisce con il nostro organismo con diverse azioni : inibizione crescita cellulare, regolazione dell’apoptosi (morte indotta della cellula), prevenzione della trasformazione neoplastica delle cellule, modulazione della risposta immunitaria, controllo della secrezione insulinica, controllo della funzione muscolare, controllo sul sistema nervoso).                                                                                                                 Fattori che determinano una carenza di Vit.D – sono di solito dovute a carenza dietetica abituale, scarsa esposizione alla luce solare, insufficiente assorbimento della Vit.D nel tratto digestivo, incapacità dei reni di attivare la forma attiva della Vit.D, intolleranza al lattosio, obesità ecc… (vedi tabella).

Le principali cause di carenza di vitamina D (da Alshahrani et al., 2013, mod.).

Causa

Esempio

Sintesi cutanea ridotta

Protezione solare, pigmento della pelle, stagione/ora del giorno, invecchiamento

Diminuzione assorbimento

Fibrosi cistica, malattia celiaca, morbo di Crohn, bypass gastrico, farmaci che riducono l’assorbimento del colesterolo

Aumento del sequestro

Obesità (BMI > 30)

Aumento del catabolismo

Anti-convulsivanti, glucocorticoidi

Allattamento al seno

Senza supplementazione di vitamina D

Diminuzione della sintesi di 25-idrossivitamina D

Insufficienza epatica

Aumento della perdita urinaria di 25-idrossivitamina D

Proteinuria nefrosica

Diminuzione della sintesi di 1,25-diidrossivitamina D

Insufficienza renale cronica

Malattie ereditarie

Resistenza alla vitamina D

Inoltre la vit.D ha un compito importante sul nostro sistema immunitario in quanto i linfociti (cellule di difesa del nostro sistema immunitario) presentano recettori per la Vit.D (DVR) che ne determinano il comportamento : una carenza di Vit.D causa una insufficiente risposta immunitaria per le infezioni batteriche-virali e una risposta immunitaria eccessiva nei confronti delle nostre cellule determinando malattie autoimmunitarie. La vit.D interagisce anche con le fibrocellule muscolari in quanto  stimola la cellula muscolare alla produzione e alla crescita della massa muscolare. Sulle cellule tumorali la vit.D ha dei recettori DVR  che promuovono l’azione dell’apoptosi cellulare (morte della cellula), ne impedisce la duplicazione e inibisce il fenomeno angiogenico (produzione di nuovi vasi sanguigni per la diffusione metastatica del tumore).       Prevenzione e trattamento del deficit vitD – le linee guida italiane ritengono che il limite inferiore debba essere pari a 30 ng/ml. Va sempre assicurata una supplementazione di VitD quando si deve instaurare un trattamento per l’osteoporosi. La dose giornaliera di Vit.D può variare dalle 800 alle 2000 UI giornaliere od equivalenti settimanali o mensili) in relazione ad un aumentato fabbisogno quale l’obesità (la vitD viene trattenuta nell’adipocita), la terapia cortisonica protratta, la gravidanza, nelle malattie croniche, nei pazienti oncologici, nell’invecchiamento, nell’acidosi tessutale e nei pazienti con disturbi neurologici in trattamento con farmaci anticovulsivanti.                                                                                                  Molte delle evidenze in ambito extra-scheletrico  indicano associazioni tra stato vitaminico D e patologie nelle quali non è ancora possibile definire un ruolo di causa ed effetto. E’ inoltre evidente la necessità di ulteriori trial clinici che valutino specificamente gli effetti della supplementazione con vit.D. Comunque, considerati i potenziali effetti benefici, è importante prestare attenzione alla prevenzione e al trattamento del deficit di VitD.

Bibliografia : – DiseaseManagement SIMG Vit.Ddi MLBrandi e RMichieli ; – Vit.D linee guida Media 2018 di D.Italiano, F.Franchia e R. Michieli

Cassi Dr Mario